E’ incontrovertibile il fatto che la pandemia da COVID 19 sia stato e sia un evento che ha profondamente inciso su molteplici aspetti della vita di ognuno di noi. Da febbraio 2020 siamo stati tutti coinvolti in una situazione di notevole preoccupazione e incertezza. Siamo stati tutti chiamati, a vario titolo e ruolo, a cercar di far fronte ad una emergenza sanitaria di cui all’inizio non è stato facile comprendere sia la dimensione che i modi per affrontarla.
Di sicuro è stato un evento che ovunque, pur con declinazioni differenti a seconda delle diverse realtà territoriali, ha fatto sì che si siano dovuti ripensare nuovi modelli organizzativi nei quali gli internisti si sono trovati a lavorare in stretta collaborazione con altri specialisti (infettivologi, pneumologi, rianimatori, cardiologi). Si sono dovuti inventare nuovi spazi di lavoro e apprendere nuovi modi di assistenza ai malati che mettessero in protezione il personale medico ed infermieristico. Si è dovuto imparare sul campo a conoscere una nuova malattia e le sue complicanze, individuare nuove strategie terapeutiche la cui efficacia e sicurezza sono a tutt’oggi argomento di vivace dibattito nel mondo scientifico. E’ un evento che ha cambiato le modalità di relazione e comunicazione con i pazienti, con le famiglie.
E’ inoltre un evento che ha inciso in modo forte anche sui malati non affetti da malattia da COVID 19 ma da patologie croniche o rare che si sono trovati “orfani” per un periodo non breve della attenzione necessaria alla cura delle loro patologie (cardiopatici, broncopneumopatici, epatopatici etc..). Non ultimo ha stravolto le modalità di svolgimento degli incontri scientifici tradizionali, in presenza. Risulta in questo senso di enorme valore lo sforzo del nostro Presidente Dario Manfellotto e di FADOI tutta nel costruire il primo congresso di una società scientifica nazionale completamente in modalità virtuale.
Seguendo questo esempio, la decisione di FADOI Sardegna è quella di dare anche in questo periodo complesso un segno di presenza e di progettare un proprio Convegno Regionale virtuale in due sessioni, il prossimo 13 e 20 novembre. La prima data sarà un momento di riflessione, di “de briefing” su quanto è successo andando ad analizzare il ruolo che le Medicine Interne hanno avuto in questo frangente, facendo un excursus su quali evidenze scientifiche siano attualmente disponibili sul trattamento di questa malattia, evidenziando meglio il ruolo che la trombosi polmonare ha nella genesi del danno polmonare in corso di infezione da COVID 19. Abbiamo voluto anche sottolineare come questa patologia sia stato uno stimolo ad implementare la conoscenza nel personale medico di metodiche come l’ecografia toracica che mantiene comunque una sua grande utilità nella gestione dei pazienti internistici. Si affronterà quindi il problema della necessità di ripresa in carico dei pazienti cronici che non hanno trovato in questo periodo sufficiente risposta ai loro bisogni di salute.
Accanto a questi argomenti abbiamo voluto affrontare, in modo più sintetico ma non meno pregnante che nella modalità “in presenza”, alcune tematiche che rappresentano dei cardini nelle nostre Medicine Interne come il problema della anticoagulazione nei pazienti anziani polipatologici, delle infezioni da batteri multi resistenti nei pazienti immunocompromessi, della attenzione agli aspetti nutrizionali nel paziente critico interni stico e un focus sulle novità nel trattamento di una malattia rara come l’Emoglobinuria Parossistica Notturna.