16:30Introduzione ai lavori
Claudio Norbiato
16:35Rischio cardiovascolare e unmet needs, quanta strada abbiamo da fare?
Angelo Bosio
16:50Senza una adeguata aderenza e persistenza terapeutica... dimensioni del problema, motivazioni, conseguenze
Erica Del Signore
17:05Per l’aderenza terapeutica e un miglior controllo del rischio cardiovascolare, dal counselling alla polypill
Giancarlo Antonucci
17:25Caso clinico
Christian Cascio
17:35Discussione sui temi trattati
17:55Conclusioni
Claudio Norbiato
Per la maggior parte delle patologie croniche e per i principali fattori di rischio, in particolare in ambito cardiovascolare, esistono molteplici opzioni terapeutiche, ma spesso l’efficacia di queste soluzioni è condizionata da una inadeguata aderenza dei pazienti alle terapie.
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Ciò è tendenzialmente tanto più rilevante quanto più è elevato il numero di farmaci che il singolo paziente dovrebbe assumere, e la conseguenza è tendenzialmente un effetto sub-ottimale delle terapie, per esempio in termini di mancato raggiungimento dei target terapeutici (basti pensare alla pressione arteriosa o ai livelli di colesterolo / trigliceridi). Uno dei maggiori problemi di salute pubblica è rappresentato dal rischio cardiovascolare residuo in pazienti per i quali è stata posta prescrizione a uno o più trattamenti, e gli unmet need sotto questo profilo appaiono significativi.
Come sopra ricordato, uno dei principali motivi per i quali si verifica questo fenomeno è una insufficiente compliance dei pazienti alle terapie, che vengono assunte magari in maniera sottodosata, irregolare o per limitati periodi di tempo. Una maggiore attenzione verso la dimensione di questo problema, le sue motivazioni, e le modalità con le quali può essere affrontato (dal counseling all’utilizzo di associazioni farmacologiche precostituite che limitano il numero di formulazioni farmacologiche che il paziente è chiamato ad assumere), è probabilmente necessaria, e questi argomenti saranno oggetto del programma formativo qui proposto.