15:30Introduzione ai lavori
Andrea Montagnani
15:35Rischio cardiovascolare e unmet needs: focus sul paziente difficile con comorbilità
Alba Sciascera
15:55Determinanti di complessità del paziente ricoverato in Medicina Interna e influenza su aderenza e persistenza terapeutica
Antonio Greco
16:15Rischio cardiovascolare residuo nel paziente con multimorbilità e politerapia: cosa fare?
Alberto Mazza
16:35Caso clinico
Davide Carrara
16:50Discussione sui temi trattati
17:20Conclusioni
Andrea Montagnani
Esistono molteplici opzioni terapeutiche per la maggior parte delle patologie croniche e per i principali
fattori di rischio, in particolare in ambito cardiovascolare, ma spesso l’efficacia di queste soluzioni è
condizionata da una inadeguata aderenza dei pazienti alle terapie. Ciò è tendenzialmente tanto più
rilevante quanto più è elevato il numero di farmaci che il singolo paziente dovrebbe assumere, e la
conseguenza è tendenzialmente un effetto sub‐ottimale delle terapie, per esempio in termini di mancato raggiungimento dei target terapeutici (basti pensare alla pressione arteriosa o ai livelli di
colesterolo / trigliceridi).
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Questo è particolarmente vero nel paziente che afferisce ai reparti di Medicina
Interna, solitamente molto anziano, fragile e politrattato. Infatti, uno dei maggiori problemi di salute
pubblica è rappresentato dal rischio cardiovascolare residuo in pazienti per i quali è stata posta
prescrizione a uno o più trattamenti, e gli unmet need sotto questo profilo appaiono significativi.
Proprio per far luce su queste problematiche, sui principali motivi per i quali si verifica una insufficiente
compliance dei pazienti alle terapie, che vengono assunte magari in maniera sotto dosata, irregolare o
per limitati periodi di tempo, i tre eventi si focalizzeranno su dislipidemia, ipertensione e complessità
del paziente, per meglio comprenderne rischio cardiovascolare e aderenza terapeutica. Si tratterà
quindi di approfondire per i tre argomenti, la caratteristiche, le motivazioni, e le modalità con le quali
può essere affrontato il problema del rischio cardiovascolare e dell’aderenza (dal counseling all’utilizzo
di associazioni farmacologiche precostituite che limitano il numero di formulazioni farmacologiche che
il paziente è chiamato ad assumere) nei pazienti dei reparti internistici.